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Artigiani e commercianti: aliquote IVS 2017

Con Circolare 31 gennaio 2017, n. 22, l'INPS ha fornito le annuali indicazioni per la contribuzione per il 2017 per gli artigiani e gli esercenti attività commerciali.In particolare, è stato previsto che:le aliquote per il finanziamento delle gestioni pensionistiche per il 2017 sono pari al 23,55 per cento per gli artigiani e al 23,64 per cento per i commercianti (incremento di 1,3 punti percentuali rispetto al 2016);per i coadiuvanti e coadiutori di età non superiore a 21 anni, si continua ad applicare la riduzione di 3 punti percentuali;trova ancora applicazione la riduzione del 50 per cento dei contributi dovuti da artigiani e da commercianti con più di 65 anni, già pensionati presso le gestoni dell'Istituto;è dovuto il contributo per le prestazioni di maternità pari a euro 0,62 mensili.I redditi minimale e massimale di riferimento per il 2017 rimangono invariati, a causa del tasso di inflazione negativo, e sono:reddito minimale: euro 15.548,00;reddito massimale: euro 76.872,00 (euro 100.324,00 per i soggetti privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995).La Circolare n. 22/2017 precisa che gli artigiani e i commercianti forfetari che hanno già beneficiato del regime contributivo agevolato nel 2016, non sono tenuti a rinnovare l'adesione al regime previdenziale agevolato entro il 28 febbraio 2017.

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Approvati i modelli definitivi di REDDITI 2017, IRAP, CNM e studi di settore

Con quattro distinti Provvedimenti datati 31 gennaio 2017 sono stati pubblicati sul sito dell'Agenzia delle Entrate i modelli e le istruzioni definitive dei modelli REDDITI 2017 (ex modelli 'UNICO') relativi a: Persone fisiche (PF);Società di Capitali (SC);Società di Persone (SP);Enti non commerciali (ENC).Sono stati inoltre approvati i modelli e le istruzioni relativi a: Consolidato nazionale e mondiale (Cnm);IRAP;studi di settore.

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No alla ricostituzione del rapporto di lavoro per revoca del recesso

In materia di licenziamento disciplinare, la Corte di Cassazione ha statuito che la revoca del recesso da parte del datore non ha di per sé l'effetto di ricostituire il rapporto lavorativo, essendo necessaria una manifestazione di volontà (anche tacita) del lavoratore. La Suprema Corte, con la Sentenza n. 1909 del 25 gennaio 2017, ha precisato che ai fini della revoca del provvedimento espulsivo e della ricostituzione del rapporto non è sufficiente l'invito alla ripresa del servizio rivolto dal datore, ma occorre un accordo che presuppone corrispondenza tra proposta ed accettazione.

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Aggiornato l'elenco dei paesi con cui scambiare informazioni fiscali in automatico: Decreto in G.U.

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 30 gennaio 2017, n. 24, il Decreto del MEF 17 gennaio 2017, recante modifiche all'elenco dei paesi con cui è possibile scambiare in automatico informazioni di carattere fiscale, sulla base dello standard elaborato dall'OCSE denominato 'Common reporting standard'.

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Licenziamento della lavoratrice madre non per assenza ingiustificata ma solo per colpa grave

In materia di licenziamento per giusta causa, la Corte di Cassazione ha statuito l'illegittimità della sanzione espulsiva nei confronti della lavoratrice madre per assenza ingiustificata presso la nuova sede di lavoro, pur essendo riammessa nel posto di lavoro precedentemente occupato, in quanto è necessaria l'esistenza di una colpa grave.Con la Sentenza n. 2004 del 26 gennaio 2017 viene precisato che la colpa grave non può ritenersi integrata dalla sussistenza di un giustificato motivo soggettivo, ovvero di una situazione individuata dalla contrattazione collettiva quale giusta causa idonea a legittimare il provvedimento espulsivo, essendo indispensabile da parte del giudice effettuare un'ampia ricostruzione fattuale del caso concreto.

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Nessun risarcimento per 'bossing' se il capo è solo burbero

Con la Sentenza n. 2012 depositata il 26 gennaio 2017, la Corte di Cassazione è intervenuta in merito al configurarsi o meno di 'bossing' e della conseguente spettanza di eventuale risarcimento del danno, nei rapporti tra responsabile e suoi sottoposti.Nello specifico la Suprema Corte ha stabilito che non si configura 'bossing', né spetta quindi alcun risarcimento, qualora il responsabile risulti solo burbero o brusco nei modi, senza che detti comportamenti siano indirizzati ad un particolare lavoratore ma siano invece rivolti a tutto lo staff.

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Legittimo licenziare il lavoratore parzialmente abile al lavoro se non è possibile ricollocarlo

La Corte di Cassazione ha statuito la legittimità del licenziamento operato da una casa di cura nei confronti di un fisioterapista che, a seguito di una visita medica, è stato dichiarato solo parzialmente abile allo svolgimento della mansione, stante il fatto che nell'azienda non erano presenti posizioni da ricoprire che non prevedessero la movimentazione di pesi e pazienti.Nella Sentenza n. 2008 del 26 gennaio 2017, i giudici della Corte Suprema hanno riconosciuto la correttezza dell'operato del datore di lavoro che, constatata la mancanza di posizioni in azienda che consentissero al lavoratore di esprimere la propria professionalità senza movimentazione di pesi e compimento di sforzi fisici, e di fronte al rifiuto del lavoratore ad essere ricollocato in mansioni inferiori, non ha potuto altro che comminare il licenziamento.

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Ampliate le ipotesi di permanenza dell'agevolazione 'prima casa': Risoluzione

Con Risoluzione 26 gennaio 2017, n. 13, l'Agenzia delle Entrate, alla luce dell'orientamento più volte espresso dalla giurisprudenza, ha fornito ulteriori chiarimenti in merito alle ipotesi di decadenza dall'agevolazione 'prima casa'.In particolare, l'Agenzia ha precisato che, qualora venga venduto, prima che siano trascorsi cinque anni, l'immobile acquistato con i benefici 'prima casa', non si decade dall'agevolazione se, su un terreno di cui si è già proprietari, viene costruito, entro un anno dall'alienazione, un immobile ad uso abitativo (di categoria catastale diversa da A1, A8 e A9), da adibire ad abitazione principale.

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Licenziato il dipendente che rifiuta di lavorare per il demansionamento e passa alle minacce

In tema di licenziamento per giusta causa, la Corte di Cassazione ha statuito la piena legittimità del provvedimento espulsivo nei confronti del lavoratore che, dopo aver rifiutato di lavorare in quanto demansionato, finisce per minacciare ed offendere i superiori. La Suprema Corte, con la Sentenza n. 1912 del 25 gennaio 2017, ha sottolineato che la sanzione espulsiva risulta proporzionata, dal momento che il dipendente non si è limitato al rifiuto della prestazione perché assegnato ad una qualifica inferiore, ma ha assunto un comportamento sprezzante verso l'azienda.

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Riduzione dei premi INAIL e autoliquidazione 2016/2017

Come noto, l'art. 1, comma 128, della Legge n. 147/2013 ha disposto, a decorrere dal 2014, una riduzione del premio INAIL da applicare ai premi ordinari delle polizze dipendenti, ai premi speciali unitari delle polizze artigiani e ai premi delle polizze della navigazione marittima. L'INAIL, nella Circolare n. 6 del 25 gennaio 2017, ricorda che tale riduzione è stata stabilita:per l'anno 2016 nella misura del 16,61%;per l'anno 2017 nella misura del 16,48%.Pertanto, la misura della riduzione da applicare al premio di regolazione 2016 è pari al 16,61%, rata 2017 è pari al 16,48%.L'Istituto, inoltre, comunica che sono stati rideterminati, per il triennio 2017-2019, gli Indici di Gravità Medi.

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